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STORIA

La cooperativa G.a.i.a. – acronimo di Gestione Associata Imprese Agricole – nasce nel 1977 a Senigallia con una mission iniziale più di tipo sindacale che economico. Era il periodo della fine dei contratti di mezzadria ed i proprietari si trovarono impreparati di fronte alla necessità di gestire il proprio terreno. Fu un allora direttore provinciale di Confagricoltura a pensare alla forma di aggregazione cooperativa di questi terreni, al fine di gestire “direttamente” i terreni senza dover quindi ricorrere a contratti di affitto, sindacalmente poco attrattivi per i proprietari, soprattutto in virtù del lungo periodo previsto dalla normativa vigente e delle ipotetiche difficoltà per rientrare in possesso in qualunque momento del proprio bene.

Questa idea fu sposata da circa 15 proprietari che misero insieme i propri terreni, tutti in Comune di Senigallia, per una estensione di circa 200 ettari e costituirono la cooperativa G.a.i.a., cui venne affidata, attraverso il conferimento del terreno, la gestione dei suoli agricoli.

Dunque da 15 piccole imprese agricole, che cessarono la propria attività, nacque un’unica azienda agricola, strutturata con proprio personale e mezzi operativi. Al socio spettava, e spetta tuttora, per statuto, la differenza tra ricavi e costi, dell’intera azienda; il ristorno viene distribuito attraverso un meccanismo di punteggio per ciascuna azienda, tradotto poi in millesimi. Di qui discende l’effetto mutualistico tra i soci così come la non litigiosità nella compagine sociale: la liquidazione spettante a ciascuno non è legata all’andamento annuale del proprio terreno bensì a quello di tutta l’azienda. Se così non fosse è molto probabile che, di fronte ad aspettative di reddito che non si concretizzano per il singolo, si creerebbero discussioni in base alle scelte operate dal Consiglio di amministrazione, dal direttore e dai tecnici.

Altro aspetto fondamentale è che tutti i soci rivestono la qualifica di conferente di terreno, quindi ricevono tutti lo stesso trattamento, ciascuno per la dimensione conferita. Diverso sarebbe se nella compagine sociale ci fossero sia soci conferenti il terreno che soci conferenti il lavoro: anche in questo caso la litigiosità tra soci potenzialmente è molto elevata. Ultimo aspetto: tutti i terreni gestiti sono in conferimento e nessuno in affitto e quindi tutti i soci partecipano allo steso modo al rischio d’impresa. L’idea era, e ritengo sia tuttora, molto innovativa e offre una risposta concreta a costo zero alla necessità di aumentare la dimensione aziendale delle imprese agricole italiane mantenendo al tempo stesso ampia libertà di disporre del proprio bene da parte del proprietario. Il rapporto, infatti, per statuto dura 4 anni, rinnovabile sempre per pari periodo (salvo il caso di vendita a terzi).

A fine anni ’80 il Consiglio di Amministrazione fece una scelta coraggiosa: decise di espandere la propria attività a macchia di leopardo, vale a dire anche in comuni finora non coinvolti nella gestione, anche per modeste superfici, ritenendo che a queste si sarebbero potute aggregare altre entità. Con il senno di poi si può dire che fu una scelta vincente perché oggi la cooperativa aggrega più di 150 ex imprese agricole, dislocate in oltre 60 Comuni di tutte le provincie marchigiane e della limitrofa Teramo, per un totale di circa 2.000 ettari. La dimensione varia da Ha 0.80 a Ha 195. Indubbiamente non è semplice gestire una azienda agricola così sparsa sul territorio, a volte, specialmente subito dopo l’ingresso dei nuovi soci, si rischia di “dimenticarne” qualcuna; la grande identificazione che tutti i dipendenti hanno con l’azienda consente di affrontare le difficoltà quotidiane, di organizzazione e di mercato, con spirito di grande collaborazione, flessibilità e talvolta di sacrificio, ricompensato dall’orgoglio di far parte di questa azienda.

Questo orgoglio si ritrova anche nella compagine sociale, nei momenti in cui i soci si ritrovano insieme per il bilancio e non solo, emerge sempre in tutti la grande soddisfazione per aver fatto questa scelta e ognuno cerca di divulgare l’azienda ed il modello presso amici e conoscenti vari: il passaparola è sicuramente la primaria fonte delle nuove adesioni.