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Senza dubbio la forma più antica del fare impresa è rappresentata dall’agricoltura.

Un settore da sempre considerato tradizionale e poco incline alle novità informatiche, sta invece sempre più scoprendo nelle nuove tecnologie, connessioni digitali e satellitari, sistemi IoT e applicazioni evolute, un prezioso alleato per fare meglio, a costi minori e con meno fatica, ciò che fino a ieri veniva fatto “come una volta”.

Sostenibilità, conoscenza, efficienza sono i tre elementi, e i principali vantaggi, che le aziende agricole cercano nell’Agricoltura 4.0. Ottenere più sostenibilità, non solo produttiva, ma anche ambientale e sociale, per le loro attività sul campo. Più conoscenza, trasparenza, consapevolezza delle dinamiche in cui sono coinvolte, dai processi interni, a quelli con la filiera dei fornitori, fino a quelli che riguardano la concorrenza. Più efficienza, sia di processi che di attività, che permette riduzione dei costi, minori tempi di lavoro e produzione, migliore controllo di gestione e maggior produttività e risultati.

Negli ultimi anni, le tecnologie digitali si sono diffuse anche nel settore agricolo. Si parla infatti di Agricoltura 4.0 e si fa riferimento all’uso dell’Internet of Things (IoT), dei Big Data, dell’Intelligenza Artificiale e della robotica per ampliare, velocizzare e rendere più efficienti le attività che interessano l’intera filiera.

L’Agricoltura 4.0 è infatti l’uso sistemico di tecnologie innovative nella coltivazione e attività attinenti. L’innovazione permette di migliorare il risultato finale e la sostenibilità dell’attività agricola, la qualità della produzione, le condizioni sociali delle aziende e l’impatto ambientale. I benefici non sono quindi legati solo a chi lavora all’interno di una specifica impresa, ma coinvolgono tutta la comunità e il territorio in cui questa è inserita. Per poter beneficiare davvero dei risultati occorre che tutte le imprese coinvolte nella filiera lavorino insieme.

La gestione attuale nel settore agricolo è dominata dalla modalità “compartimenti stagni“. Purtroppo le aziende tendono ancora a lavorare in modo indipendente, senza condividere dati e risultati con le altre realtà della filiera.

Per ottenere davvero i risultati legati alla digitalizzazione del settore, tutte le imprese dovrebbero condividere i dati ed avere la capacità di elaborarli e valorizzarli grazie all’intervento delle nuove tecnologie.

L’intelligenza artificiale applicata alla robotica è sicuramente una delle tecnologie più diffuse nel settore ed è usata soprattutto nelle imprese zootecniche per la mungitura delle vacche, raccoglitori di ortaggi o l’uso di antiparassitari nei campi. Le Nazioni Unite nell’Agenda dello Sviluppo Sostenibile vedono la robotizzazione dell’agricoltura come un passo necessario per affrontare le principali sfide del futuro.

Oltre alla robotica, l’intelligenza artificiale in agricoltura si applica anche ai software gestionali (31% delle soluzioni di questo tipo in Italia). Questi programmi riducono le ore di lavoro dei dipendenti in attività automatiche e ripetitive e li impegnano invece in altre mansioni più rilevanti e innovative, come la definizione delle strategie per il raccolto o l’individuazione e l’uso di antiparassitari biologici e così via.

Il settore nei prossimi anni si evolverà molto sotto questo punto di vista, anche grazie ai provvedimenti dettati dalla Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea che ha stanziato importanti fondi a sostegno dell’innovazione. I dati sono la benzina dei sistemi di Intelligenza Artificiale e grazie all’aumento di informazioni, le macchine possono imparare e lavorare ancora meglio.

La partita si gioca sulla capacità di raccogliere, archiviare e utilizzare i dati utili per il settore. Ecco perchè è fondamentale il coordinamento e il coinvolgimento di tutte le imprese della filiera. La creazione di banche dati condivise e sicure è sicuramente un aspetto importante e lo sarà ancora di più nel futuro, quando le tecnologie a disposizione aumenteranno e sarà necessario capire come usarle a proprio vantaggio.

La gestione dei dati avviene su tre livelli: businesstecnologico e legale. Il primo mira a comprendere qual è il valore economico dei dati per le singole aziende che li utilizzano. L’Osservatorio Smart Agrifood ha già a disposizione una vasta casistica che permette di capire quali sono i benefici finora ottenuti dalle informazioni a disposizione delle imprese agricole.

Il livello tecnologico si preoccupa invece di capire quali dati scegliere e come impiegarli a livello pratico, usando le nuove tecnologie. Infine, la gestione dei dati a livello legale è legata alla Privacy e al rispetto delle norme legate all’uso dei dati sensibili, come il GDPR o la PSD2. L’Unione Europea è molto attenta a questo aspetto, soprattutto sta lavorando per evitare la concentrazione di informazioni nelle mani di poche e potenti aziende.

Qualcos’altro avrà un impatto di rilievo in futuro: la diffusione della banda ultra larga in Italia, che arriverà anche nei territori rurali attualmente senza infrastrutture adatte a supportare la connessione veloce. Non resta che attendere ulteriori evoluzioni delle aziende agricole e tenere d’occhio il settore, che potrebbe ispirare altri comparti produttivi di tutto il tessuto economico.

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